Felicitazioni
Fricciconi con bulbi, succede a Pre-visioni
di Sara Sorrentino, su L'ARINGA CRITICA
La seconda serata di Pre-visioni al Teatro della Tosse rimane
aggrappata alla mente come un ritornello. «Tanto pe’ cantà/perché me
sento ‘n friccico ner còre,/tanto pe’ sognà, perché ner petto me ce
naschi ‘n fiore».
Felicitazioni si conclude così, con il canto delle due
protagoniste, con la felicità sommessa di chi ha deciso di vincere le
frustrazioni quotidiane ma anche le tristezze esistenziali, senza troppi
drammi. Cinquanta minuti sono passati veloci, e qualche friccico c’è
stato.
Maria Luisa Usai, in scena Marilù, dai lunghi capelli neri e i
pantaloni argentati, tenta di riacquistare la felice abitudine di far
sentire la propria voce, di sovvertire la realtà per riuscire
nell’affermazione di sè.
Elisabetta Granara, dona invece corpo e voce al chiassoso immaginario di
Marilù, divenendo ora una profetica Marlene Dietrich che vaneggia
l’esistenza di un amore universale e canta Lili Marlene suonando un
ukulele, ora una sposa un poco esaurita, ora una Miss Italia che piange
di gioia per la presunta vittoria. Queste continue trasformazioni, linfa
vitale dell’intera rappresentazione, oltre a dare prova di una buona
abilità attoriale , non lasciano mai lo spettatore e lo conquistano in
una continua evasione dalla realtà che diverte perchè sincera e,
sopratutto, viva.
Si esce con il sorriso per poi perderlo, purtroppo, con il secondo spettacolo della serata, Esperanto e Nunziata, omaggio al giardiniere Libereso Guglielmi.
Una donna di città va in campagna, come il topo, trova le lettere
della sua anziana nonnina che raccontano di un amore rivierasco,
illustre e tormentato, quello con il giardiniere di Italo Calvino, un
uomo che ama la libertà ma che porta una parrucca discutibile. Dalla
lettura delle lettere l’azione si sviluppa e arrivano proprio tutti: la
nonna, cameriera di casa Calvino, il già menzionato giardiniere ribelle,
l’immancabile Italo che, taccuino in mano, sta in giardino per poi
essere richiamato con voce tonante da quel cattivone di suo padre che
non si vede ma si sente. Vissero felici e contenti: la donna di città
diviene donna di campagna e si cambia d’abito per essere in tema, ormai
amica della terra e dei fiori, ricorda la nonna morta e decide di
accudire il suo giardino piantando una montagna di bulbi.
Per la seconda serata è tutto, mentre aspettiamo l’epilogo della
rassegna, che si conclude con la terza serata in cui saranno presenti il
progetto di Federico/Virando/Bonadei/Anzaldo e la Compagnia dei Misci.
Teatro della Tosse, Cantiere Campana
Pre-visioni, rassegna delle nuove sensibilità
10 maggio 2013
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